E’ cinese, adiposo, artista, designer e attivista.
In Cina ha rotto talmente i coglioni, che a un certo punto lo hanno deportato in un luogo lontanissimo e segreto.
Poteva morire perché soffre di diabete e di ipertensione. Invece è ancora vivo e grazie a una petizione planetaria ha riconquistato la propria libertà ricominciando a lavorare, cioè rompere i coglioni come prima.
Ha esposto in tutto il mondo e adesso è atterrato a Firenze.
Ha chiesto e ottenuto (mentre i fiorentini increduli guardavano a naso in su l’installazione borbottando: ma icché l’è questo troiaio?!) di attaccare dei gommoni alle finestre di Palazzo Strozzi, sede della mostra “Libero”.
Pare che il dito medio imperversi nelle sale e che l’autore lo abbia dedicato alle città, ai monumenti e alla gente di tutta la terra.
“Che ne dite se la prossima settimana facciamo un’uscita didattica e andiamo a vedere Ai Weiwei?”
“SIIIIII!”
Non oso immaginare il dopo.