Mi sono svegliata alle sei e quarantacinque come se dovessi andare a scuola.
Sono rimasta sotto le coperte per godermi ancora il caldo e dare un ordine ai pensieri che m’inzeppavano la testa.
Ho mosso la punta del piede sinistro perché il gatto mi sentisse e saltasse dalla cesta sul lettone per giocare insieme a me.
Tra agguati, fusa e baci con lo schiocco, il rumore è stato tale che l’uomo che mi dorme accanto, tra il sonno, ha biascicato o dormite o vi levate dalle palle.
Ci siamo levati dalle palle.
Mi sono fatta il caffè, mi sono fatta la doccia, mi sono fatta tre pagine mentre il gatto contemplava l’orizzonte spalmato e muto sulla scrivania.
Quando l’uomo che mi dorme accanto e che ci aveva detto o dormite o vi levate dalle palle si è alzato, ho chiuso tutto e mi sono vestita per uscire insieme.
Il gatto è rimasto in casa a chiedersi perché noi sì e lui no.
Perché noi siamo andati a Viareggio a mangiare il pesce più buono del mondo da Giorgio.
Da Giorgio ci andiamo solo per le occasioni eccezionali.
Da Giorgio ci andammo per la prima volta con il Samu e la Sarina.
Da Giorgio mi ritrovai sul piatto un anello col diamante.
Davanti a me sedeva un uomo che piangeva.
A me prese un attacco critico di riso e mancapoco mi faccio la pipì addosso.
A Viareggio oggi era freddo ma c’era tanto sole e non tirava il solito vento che porta via i capelli.
A Viareggio oggi è cominciato il Carnevale e anche gli adulti avevano la maschera e il costume.
Ho visto famiglie intere travestite.
Mamma tigre, babbo tigre e un tigrotto in passeggino.
Mamma orsa, babbo orso e un orsacchiotto per la mano.
Mamma burlamacca, babbo burlamacco e un burlamacchino con il cappello più grosso di lui.
Gruppi di giovani a tema.
Anziani disinvolti con la parrucca rasta in testa.
Clown disabili in carrozzina.
Ho camminato sulla passeggiata, ho attraversato la pineta, ho corso sulla spiaggia con le braccia a forma d’aeroplano.
Il mare d’inverno non è solo un film in bianco e nero visto alla tv.
Il mare d’inverno ti sequestra gli occhi e te li rende indietro solo quando li trascini via di lì.
Il mare d’inverno ti mette un sasso sul cuore e te lo fa pesare dieci volte di più.
Il mare d’inverno ti fa rivedere le scene di tutta la tua vita.
Un po’ ci ridi, un po’ ci piangi.
Ho preso la fotocamera e ho immortalato nuvole, onde, barche e lui.
Ho preso i tacchi degli stivali e ho fatto buchi sulla sabbia.
Ho preso un bastone e ho scritto un numero sul bagnasciuga.
Una canzone mi rimbombava nella testa.
Quarantaquattro gatti in fila per sei col resto di due.