Nei primi dieci giorni di scuola, detti “dell’accoglienza”, è vietato iniziare il programma e, ovviamente, interrogare. Al contrario, bisogna intrattenere gli studenti, metterli il più possibile a loro agio, mostrargli i luoghi-chiave dell’istituto (palestra, laboratori, gabinetti) e tranquillizzarli.
A me sinceramente, dopo tre lezioni dedicate a Manzoni e al suo intramontabile Romanzo, l’estrazione a sorte della prima vittima (pur effettuata al suono di rulli di tamburo simulati da quaranta mani che battevano sul banco e un coro che gonfiava in un crescente “oooooooooh….” culminato in un “… oollé!”) e il bombardamento di domande a cui l’ho gentilmente sottoposta, è sembrata la migliore delle accoglienze che potessi riservarle.
Siamo a scuola, mica in un albergo a cinque stelle.