Da tre anni sono la zia di Francesco Landi, due fanali azzurri come occhi, un tulipano rosa al posto del naso, un rubino anziché una bocca. Due gamberelle secche e ipercinetiche, una voce argentina, un cervellino vigile e funzionante, un cuore comico. Se lo inviti a cena, non mangia una sega. Se ci giochi a carte, frega. Se gli presenti il gatto di casa, lo pedina con una certa discrezione. Se il 24 giugno gli fai vedere i fochi di San Giovanni dal quinto piano di un appartamento fiorentino, dice zia sembra di essere a Baghdad. A Formentera ha imparato a nuotare, nel paese dove vive va a scuola d’inglese. E’ bellissimo e sta simpatico persino a una rognosa come me.
Però se non impara a padroneggiare il congiuntivo non si va da nessuna parte.